Palazzine all’asta a Monterotondo, tutto da rifare.

Palazzine all’asta a Monterotondo, tutto da rifare.

È stata rinviata a novembre l’asta giudiziaria di 5 palazzine popolari che preoccupa 90 famiglie di Monterotondo Scalo.

Un vizio di forma legato al mancato pagamento degli usi civici avrebbe causato lo slittamento dell’asta, dando così 9 mesi di tregua agli inquilini che all’improvviso si sono visti mettere a rischio la casa in cui risiedono ormai da quasi 45 anni.

Ricordiamo la vicenda.

Negli anni 70, a seguito dei lavori per la costruzione della Tangenziale a Roma, numerose famiglie furono trasferite a Monterotondo Scalo in abitazioni di edilizia pubblica nel complesso residenziale “Campofiorito”. Case popolari, quindi. Gli inquilini pagavano l’affitto al comune di Roma, che a sua volta saldava il rimanente alla società proprietaria delle palazzine. Fin qui tutto bene, se non fosse che la società Pegaso 90 srl, proprietaria degli immobili in questione, ha dichiarato fallimento a novembre 2019. Per sanare i debiti e pagare i creditori, si è vista mettere all’asta anche questi immobili, situazioni che ha gettato nello sconforto più totale gli inquilini che da più di 40 anni vi risiedono.

90 famiglie rischiano nella migliore delle ipotesi di vedersi ricollocare altrove, dopo aver subito lo stesso identico trattamento negli anni 70.

90 famiglie che all’improvviso si sono viste in casa i periti per la stima immobiliare in previsione dell’asta e che devono rendersi disponibili per le eventuali visite di possibili acquirenti, pena il rischio di sfratto anticipato. Soprattutto, però, 90 famiglie che ad oggi faticano a stabilire un canale comunicativo con il Comune di Roma per avere delucidazioni in merito alla questione. Dopo numerosi tentativi, una sparuta delegazione dei residenti è stata ammessa a colloquio con Valeria Minniti, Direttore del dipartimento patrimonio e politiche abitative. In una nota sull’incontro in questione, il direttore Minniti afferma “(…) Si è ribadito che occorre aspettare e gli inquilini se regolari saranno eventualmente, nella peggiore delle ipotesi, collocati altrove“. Poche righe, nessun chiarimento sull’evolversi della situazione e le famiglie continuano a brancolare nel buio. Anche l’ipotesi di partecipare all’asta per la maggior parte di loro é impensabile, vista la difficoltà di accedere a un mutuo sia a causa del reddito basso che per l’età ormai avanzata. Senza contare che sono rimasti allibiti dalle stime fatte delle loro abitazioni: tra i 130 e i 170 mila euro. “Il valore è salito perché ce li abbiamo spesi noi i soldi dentro queste case per sistemarle”. Questo lo sfogo di Antonio Di Natale, inquilino della palazzina, che con lucidità sottolinea la beffa della situazione “Se c’è un problema siamo costretti ad intervenire privatamente perché dal comune di Roma non abbiamo risposte. C’è chi, come me, ha cambiato gli infissi per non sentire freddo, paghiamo per il riscaldamento ogni mese e non funziona mai; queste case andranno all’asta e non solo non abbiamo diritto di prelazione per acquistarle, ma hanno pure prezzi proibitivi a causa delle migliorie apportate da noi.

C’è una caldaia centralizzata a 300 metri dalle palazzine, è spesso rotta ma ci dicono che non ci sono i fondi per aggiustarla. Noi continuiamo a pagare per servizi che non ci danno, non paghiamo poco. Il comune di Roma non è presente per questi interventi, ma soprattutto non prende posizione in tutta questa vicenda dell’asta“, aggiunge Serafino Mollica, che nel tempo libero taglia, pulisce, aggiusta, fa di tutto per prendersi cura di quella che da 40 anni è casa sua. “Se mi portano via da qui non so se ce la faccio, ho la mia vita qui, come si può pensare di prenderci e spostarci altrove adesso, di nuovo dopo tutti questi anni?

L’unica consolazione per i due uomini sembra essere la presenza costante in questa vicenda del Sindaco di Monterotondo, Riccardo Varone, che fa sentire loro la vicinanza delle istituzioni in un momento cruciale in cui il comune di Roma, diretto interessato della situazione, continua ad essere evanescente.

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