In provincia di Viterbo, presso Torre Alfina (Acquapendente), è possibile visitare il bosco del Sasseto, una delle bellezze più apprezzate del territorio laziale.
Alberi secolari, massi lavici ricoperti di muschio, percorsi appena accennati in un miscuglio di biodiversità quasi unica al mondo: se volessimo immaginare uno scenario nel quale ambientare “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare, sarebbe proprio questo.

Tra ombra e suggesione, varcare l’ingresso di questo splendido luogo significa calarsi in un mondo che evoca racconti di spiriti e folletti, quiete e silenzio; tra la fitta vegetazione si apre inoltre una splendida radura al centro della quale sorge la tomba del Marchese di Cahen, suggestivo mausoleo neogotico che conferisce al bosco un’aura di mistero e di storie che chiedono di essere narrate.
Edoardo Cahen arrivò in Italia nell’ultimo ventennio del 1800 come discendente di una facoltosa famiglia di origine belga; acquistò quindi il castello di Torre Alfina e tutta la radura sottostante, della quale volle preservare la bellezza incontaminata mantenendo il più possibile inalterato il suo aspetto origirario.
Nei tempi più recenti, questo bosco e il castello arrivarono nelle mani dell’imprenditore Luciano Gaucci ma, dopo il crack fallimentare, fu proprio il comune di Acquapendente ad avere la meglio.
Oggi la cooperativa “Ape Regina” gestisce il bosco organizzando spettacoli teatrali e visite guidate.
In questo periodo si parla molto dell’importanza di riscoprire le bellezze del territorio nazionale e, se consideriamo che dal 2006 il bosco del Sasseto è stato eletto Monumento Naturale dalla Regione Lazio, vale davvero la pena spendere mezza giornata per andarlo a visitare; da un paio di anni vi si può accedere accompagnati da guide preparate che, a fronte di un biglietto di ingresso, ci accompagneranno in un bellissimo percorso fatto di storia e natura.
Sarebbe auspicabile però che almeno un giorno a settimana si potesse tornare a passeggiare liberamente nel bosco, per rispettare la natura intrinseca di un luogo che da sempre ispira voglia di silenzio e di quiete.
Hanry David Thoreau avrebbe apprezzato l’idea di una visita guidata? Probabilmente si, perché come tutti gli intellettuali era avido di conoscenza.
Ma è altresì probabile che avrebbe anche voluto la possibilità di perdersi in solitudine dentro quel bosco incantato, per assaporare tutto ciò che il silenzo aveva da offrirgli ed imparare a vivere con saggezza guardando con i propri occhi la bellezza che lo circondava.
Andai nei boschi
perché volevo vivere
con saggezza e profondità
e succhiare tutto il midollo della vita,
sbaragliare tutto ciò che non era vita
E non scoprire,in punto di morte
che non ero vissuto.
(Hanry David Thoreau)
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