A poco più di due giorni dal forte boato che ha scosso il paese situato a nord di Roma, varie ipotesi continuano a susseguirsi riguardo l’origine dell’evento.
Gli unici dati certi, finora, sono due:
- I sismografi hanno registrato una scossa sismica di magnitudo 1,7 con epicentro a Capena.
- Vigili del fuoco e forze dell’ordine non hanno rinvenuto danni conseguenti alla scossa.
Per sciogliere ogni dubbio, l’amministrazione comunale di Capena ha contattato l’istituto l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e l’istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (ISPRA) affinché studino il fenomeno e tengano sotto monitoraggio la situazione. Questo perché ci si interroga ancora, fondamentalmente, sul motivo per cui la terra abbia tremato.
Nelle ultime ore si è parlato molto del fenomeno dei sinkhole che, in modo assolutamente profano, potremmo definire come una sorta di esplosione sotterranea in seguito alla quale si crea uno sprofondamento nel terreno; nel caso di Capena, ha dato origine la lago che familiarmente chiamiamo “Lago Puzzo“.
Il lago di Leprignano si formò proprio così infatti: questo bacino d’acqua sprigionava inoltre sfiati improvvisi di gas solforoso e, per questo motivo, ancora oggi conserva il nome pittoresco di cui sopra.
Testimonianze dell’epoca parlano per l’appunto di un forte boato che precedette la formazione del cratere poi riempitosi d’acqua.
Sembra logico quindi che molti capenati, a seguito del fragoroso scoppio di sabato sera, siano corsi con la mente sulle rive di quel bacino d’acqua che, se a inizio anno si presentava pieno e circondato da una fitta vegetazione, da qualche mese si era completamente prosciugato.
Su un altro versante c’è anche chi pone la questione delle eruzioni freatiche. Di tale avviso sembra essere il geologo Jacopo Masci che, in base ai suoi studi e alla conoscenza del territorio, pone in evidenza come l’area in questione sia interessata da un gradiente geotermico elevato trovandosi vicina al Vulcano Sabatino. Di conseguenza le falde acquifere presenti nel sottosuolo, surriscaldate, sarebbero soggette ad esplosioni tali da creare crateri superficiali.
A porre molto sconcerto sul fenomeno accaduto è soprattutto il forte boato che si è sentito non solo nel paese, ma anche nelle zone limitrofe.
È bene sottolineare però come, fin dall’antichità, i terremoti siano associati alla presenza di fattori sonori (quali rombi o boati) che possono essere contestuali alla scossa o precederla di pochi attimi: il passaggio delle onde sismiche crea un rumore che, amplificato dal terreno sovrastante, può divenire fragoroso anche in caso di scosse di bassa magnitudo ed essere percepito come assordante nelle zone epicentro del sisma.
Non ci resta quindi che attendere le risultanze del lavoro che svolgeranno gli istituti preposti, per avere finalmente risposte più chiare del fenomeno che ha scosso e incuriosito un’intera comunità.
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