“Butta bannu”, un mestiere antico perduto nel tempo

“Butta bannu”, un mestiere antico perduto nel tempo

Bannistabutta bannusu bandidori, ma anche jetta bannu: nel sud d’Italia esistevano molteplici appellativi per definire una figura caratteristica presente in ogni paese fino a non molto tempo fa: il banditore.

Il “butta bannu” (o banditore) era in genere un uomo: si metteva al centro della pubblica piazza e lanciava il bando con la sua voce possente, in grado di catturare l’attenzione di chiunque si trovasse nei paragi.

Che significa questo?

Generalmente munito di un corno per amplificare la voce, il “banditore” declamava davanti ai compaesani notizie, offerte commerciali, comunicazioni istituzionali e quant’altro. Non esistevano i social media per fare circolare le notizie e scarseggiavano anche i giornali locali; per di più molte persone erano analfabete e, per questo, rischiavano di rimanere ai margini della società.

Il banditore forniva quindi informazioni di pubblica utilità e, allo stesso tempo, fungeva da cassa di risonanza per le attività commerciali del luogo.

Un esempio? Se gli agricoltori o gli allevatori avevano molta merce invenduta, potevano affidarsi alla possente voce  del banditore per contare su un’ottima pubblicità: in questo modo ai cittadini bastava essere presenti quando veniva lanciato il bando per sapere se c’era disponibile carne a prezzo scontato, primizie agricole al ribasso, fieno o mangimi per i propri animali da comprare in offerta.

A Capena c’era Peppe Bannista, al secolo Giuseppe Betti. Lanciava il bando in piazza e i suoi annunci riguardavano le più svariate tematiche: dagli oggetti smarriti alla vendita di maialini a “bon prezzo”, fino alle comunicazioni istituzionali; è bene ricordare, infatti, che il banditore svolgeva un ruolo molto importante per la comunità: dava voce a quelle notizie, come gli avvisi comunali, che difficilmente sarebbero arrivate ai cittadini meno istruiti.

La peculiarità dei banditori era inoltre quella di spostarsi di paese in paese per lanciare il bando; in questo modo, oltre a favorire l’economia locale, l’arrivo del “butta bannu” permetteva di tenersi informati su ciò che accadeva nelle zone limitrofe.

Non dobbiamo immaginare il bannista come un precursore degli urlatori da tastiera che imperversano oggi, quindi: lanciare il bando creava un senso di comunità in modo inclusivo e socialmente utile.

Una figura scomparsa nel tempo, quella del banditore, ma che vale la pena ricordare come emblema di una meravigliosa società rurale che si arrangiava come meglio poteva, trovando virtù laddove non vi erano risposte comode per ogni necessità.

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