Capena: Barbara Pastorelli presenta il libro “Avrei voluto essere un poeta”

Capena: Barbara Pastorelli presenta il libro “Avrei voluto essere un poeta”

Sabato 12 aprile, in occasione del 35 anniversario della morte di Alberto Moravia, sarà presentato a Capena il romanzo di Barbara Pastorelli “Avrei voluto essere un poeta

L’evento si svolgerà alle ore 18:00 presso la biblioteca comunale Mons. Francesco Mirra alla presenza del sindaco Roberto Barbetti , della consigliera con delega alla Cultura Francesca Betti e del bibliotecario Patrizio Gianferro.

L’autrice, a dialogo con Giuseppina Pastorelli, condurrà i presenti tra le pagine del romanzo, arricchendo l’esperienza con le letture di Nicola Panetta.

IL ROMANZO

“Avrei voluto essere un poeta” prende le mosse nell’anno 1990 e vede protagonista Giacomo, detto Mino, docente di lettere presso un liceo romano. Il 26 settembre di quell’anno arriva la notizia della morte di Alberto Moravia e in Mino tornano i ricordi dell’infanzia, di quel lontano 1943 quando lasciò Roma con la famiglia per sfuggire alla distruzione della guerra.

Trovarono rifugio a Sant’Agata, in mezzo alle montagne, stesso luogo in cui anche Alberto Moravia e sua moglie Elsa Morante cercarono riparo. Il libro racconta l’amicizia nata tra Mino e Moravia e di come la tragica esperienza di quei giorni si trasformò in un percorso formativo che coinvolse entrambi. La vicenda esistenziale vissuta è ricostruita dagli occhi ormai adulti di Giacomo, che viaggia tra presente e passato in una narrazione consapevole e matura.

MORAVIA E LA POESIA

Era il 5 novembre 1975, presso Campo de ‘Fiori si celebrava il funerale di Pierpaolo Pasolini. Alberto Moravia, suo amico stretto, pronunciò con voce vibrante queste parole: “Abbiamo perso prima di tutto un poeta e di poeti non ce ne sono tanti nel mondo, ne nascono tre o quattro soltanto dentro un secolo. Quando sarà finito questo secolo Pasolini sarà tra i pochissimi che contavano come poeta. Il poeta dovrebbe essere sacro

La sacralità del poeta è per Moravia una condizione rara e preziosa, caratteristica riservata a quei pochi eletti che, verso dopo verso, sanno mettere in connessione l’imperscrutabile e ciò che ci ostiniamo a chiamare realtà.

Il titolo del romanzo di Barbara Pastorelli attinge proprio una poesia di Alberto Moravia, che poeta non era, in cui lo scrittore si mette a nudo e si confessa, dichiarando in modo forse impietoso la propria umanità, in quanto lontano dalla sacralità di quelli che lui considerava veri poeti.

Il Poeta

Avrei voluto
essere
un poeta
non sono stato
che un romanziere
tanto peggio
per me
ho sbagliato
la sola
vita
che mi era stata
concessa di vivere
a meno che essere
poeta
sia proprio questo
temere
di non esserlo.

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