Profumo di borotalco e memorie sopite in Marmilla

Profumo di borotalco e memorie sopite in Marmilla

Basta un profumo, un suono, un sapore… Ed ecco che torna alla mente il ricordo.
Come un bagliore improvviso nella mente, come una pietruzza che risale dal fondale di un lago melmoso trascinata da chissà quale improvvisa corrente.
Talvolta basta anche un barattolo di borotalco a far accadere un miracolo: lo apri e dentro ci trovi un ricordo, nitido e caldo, che riemerge dai meandri della memoria.
Ci scuote e ci gonfia il petto, quel ricordo lontano creduto perduto nel tempo; tratteniamo il respiro quasi fosse l’unico modo per non farlo svanire, cerchiamo di afferrarlo prima che sfugga di nuovo nell’oblio più profondo.
In fila al supermercato, in attesa di pagare la spesa, lo sguardo svogliato scorre sugli scaffali in cerca di una curiosità che ci faccia passare il tempo; potrebbe cadere su qualsiasi oggetto, ma se il caso ci assiste riusciremo a posarlo su quello scaffale in basso, il meno visibile, il più trascurato dagli occhi frettolosi.
È proprio li che inizia il ricordo, perché quella confezione di borotalco con tanto di piumino, un po’ datata nel tempo, si infila negli occhi senza sentire ragioni.
Sentirsi smarriti davanti ad un barattolo di borotalco non è cosa da tutti; allungare la mano incerta per decidere se cedere e prenderlo, è questa la vera rivoluzione.

Lo compriamo, lo portiamo a casa e li scatta la magia: un morbido piumino e un profumo familiare ci allontanano nel tempo, per ripotrarci in un attimo dentro ad un bagno di vapore e di risate che credevamo di aver dimenticato.
Aperto il sipario della memoria, infatti, ci siamo noi: tre nipoti e una nonna.
Molta terra sulle nostre ginocchia, molta fretta sul suo viso stanco.
Nonna ci infila tutti insieme nella vasca da bagno, ci posiziona l’uno a fianco dell’altra, apre l’acqua per lavarci e iniziano i nostri strilli divertiti. Ogni motivo è buono per ridere negli afosi pomeriggi in Sardegna. Nonna, con il suo sguardo austero, si fa contagiare poco dal buonumore, forse perché è consapevole del fatto che quella doccia rapida non scalfirà la nostra voglia di tornare a giocare in mezzo alla terra arida sotto il sole della Marmilla: lei non lo sa, ma la trincea per i soldatini di Saul è già pronta e aspetta solo il nostro ritorno.
Con gesti rapidi e pratici nonna continua a lavarci e mentre uno si insapona l’altro prova a non far finire lo shampoo negli occhi.
Finita la strigliata dei tre spiriti indomiti si passa all’asciugamano e poi arriva lui, il borotalco.
Saul storce il naso, non capirà mai la necessità di quel passaggio obbligato sotto il piumino di nonna.
Il profumo di felce azzurra si propaga nel vapore del bagno ed entra nei nostri piccoli nasi ancora memori di polvere e passiflora, cintronella e fichi d’india.
Io e Vanessa ci arrendiamo per un attimo alle mani ruvide di nonna, conquistate dal profumo di felce azzurra che ci riporta alla civiltà dopo ore passate a giocare per terra, mentre Saul strizza gli occhi infastidito da quell’odore dolciastro che poco si addice ad un soldatino pronto a tornare in guerra.
Dopo il rito certosino, ciò che resta degli sbuffi di borotalco si dissolve nell’aria scendendo piano verso il pavimento bagnato.
E mentre nonna ripone soddisfatta il piumino nella sua confezione, noi corriamo di nuovo in cortile perché sono arrivati altri amati cugini per unirsi ai nostri giochi.
Scende la notte sulle strade della Marmilla, nonna siede sulle pietre a “su friscu” con nonno e gli altri anziani.
Parlano di fieno e di pecore, della raccolta di pomodori e di quei figli che presto arriveranno in vacanza dal continente.
Noi bambini, complice il buio dei vicoli che ogni sera avviluppa i nostri innocenti segreti, organizziamo il più bel nascondino che si sia mai visto. C’è un intero paesino a nostra disposizione e, mentre Sara fa la conta appoggiata al muro, noi cerchiamo il posto più insolito per nasconderci.
Gli odori della notte salgono nell’aria per mischiarsi al canto delle cicale ed io, nascosta vicino alla casa di Samuele e Filippo, sento ancora il profumo di borotalco sulla mia pelle, consapevole del fatto che presto svanirà insieme al ricordo di una magica serata d’estate.

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