Suicidio assistito: in Toscana è legge, in Regione Lazio è bagarre

Suicidio assistito: in Toscana è legge, in Regione Lazio è bagarre

Bagarre e manifesti di protesta, la maggioranza lascia l’aula. Questo si è visto in Regione Lazio durante il consiglio dello scorso mercoledì 12 febbraio. La seduta è stata prima sospesa, poi rinviata.

A scaldare gli animi nella sala consiliare è stata la proposta di legge sul fine vita presentata più di un anno fa dai consiglieri di minoranza Claudio Marotta, capogruppo di Sinistra e Verdi, e Marietta Tidei (Idv). Forti della recente svolta avvenuta in Toscana, dove è stata approvata una normativa che disciplina il suicidio medicalmente assistito, Marotta e Tidei sono tornati a chiedere che anche la loro proposta di legge sia calendarizzata e che il Lazio si doti di linee giuda da fornire alle strutture sanitarie per far fronte in modo chiaro alle richieste dei pazienti.

La normativa approvata in Toscana e quella proposta nel Lazio traggono spunto dalla proposta di legge elaborata dall’associazione Luca Coscioni, da anni impegnata nella battaglia sul fine vita, e va a colmare il vuoto normativo vigente a livello nazionale.

Il suicidio assistito, infatti, è già legale dal 2019, anno in cui la Corte Costituzionale ha stabilito con una sentenza l’illegittimità del divieto fino a quel momento in vigore. A tale decisione però non ha fatto seguito una normativa nazionale che rivedesse e disciplinasse la materia in modo univoco.

Di fatto, alcune regioni hanno provato a muoversi in modo autonomo senza delegittimare i legislatori nazionali, cercando però di porre in concreto le basi per fornire direttive chiare in merito a un trattamento sanitario ormai legittimato dalla Corte di Cassazione.

Nel Lazio il percorso è travagliato e prosegue ormai da oltre 450 giorni: “È singolare ed inaccettabile il comportamento della maggioranza che abbandona l’Aula durante la discussione sull’ordine dei lavori, davanti alla richiesta del consigliere Claudio Marotta e sostenuta da tutte le opposizioni, di calendarizzare anche qui nel Lazio la  sul fine vita che giace da oltre 450 giorni nei cassetti del Consiglio regionale”. Così in un comunicato congiunto i capigruppo di minoranza Mario Ciarla (Partito Democratico), Claudio Marotta (Verdi e Sinistra), Marietta Tidei (Italia Viva), Alessio D’Amato (Azione), Adriano Zuccalà (M5S) e Alessandra Zeppieri (Polo Progressista).

Anche durante il consiglio regionale del 5 febbraio il tema era stato affrontato, ma la giunta aveva espressamente ribadito come l’atto di legiferare in materia spettasse al parlamento e non alla Regione.

Hanno parlato di competenze in capo al Parlamento e non alla Regione, per cui tali leggi non dovrebbero essere discusse. Io credo sia stato un altro modo per sfuggire al confronto. In mancanza di idee ci si attacca ai cavilli giuridici” dichiara Marotta, intervistato Repubblica, secondo il quale l’esperienza in Toscana “Ci dice che di fronte a condizioni di estrema fragilità, che mobilita così tanto le coscienze, la politica non può fare spallucce. E di fronte all’immobilismo del Parlamento, le Regioni possono svolgere azioni mirate